"Tre cose al mondo troverai dovunque: una donna, una spada, una scacchiera..." (Proverbio Gallese) |
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Trattasi di una leggenda, di cui esistono molte versioni, tutte molto simili tra loro, che si differenziano solo per il finale o per altri dettagli, che comunque non alterano sostanzialmente il significato della stessa.
"Il sovrano della Persia, chiamò un famoso mago, Sissa Nassir, e gli chiese:
- Inventa per me un gioco bellissimo, che io lo possa giocare in ogni momento, e che sia imperituro.
Sissa inventò gli scacchi e li donò al sovrano, che tanto fu contento che gli disse:
- Hai superato te stesso; chiedimi ordunque come ricompensa quel che vuoi e sarai accontentato.
Sissa chiese, semplicemente, un pò di riso.
- Come un pò di riso, - ribatté il re incredulo e divertito. – Chiedi di più, quel che vuoi.
Ma Sissa insisté, finché il sovrano disse:
- E sia, tutto il riso che vuoi ti sarà dato.
E chiamò il gran ciambellano, che era anche l'abacista di corte. Sissa chiese un granello di riso per la prima casella, due per la seconda,
quattro per la terza, e così via sempre al raddoppio, fino a completare le caselle della scacchiera che lui stesso aveva inventato.
Il re rise a crepapelle, pensando: Che idiota, poteva avere metà del mio regno! Ma il gran ciambellano sbiancò in volto.
Si rivolse al sovrano e disse:
- Maestà, temo che non potremo accontentare Sissa Nassir.
– Oh, e perché? – chiese il re allibito.
E il ciambellano fece presente al re che anche raccogliendo tutto il riso di Persia e di Cina e di India e di ogni terra emersa,
non solo il riso del raccolto attuale, ma il passato e il futuro nei tempi dei tempi, mai e poi mai si sarebbe ottenuto tanto riso,
il cui valore superava di miliardi di volte quello del reame stesso. E così finì che Sissa Nassir fu decapitato per alto tradimento
reale ed il ciambellano fu condannato a fare i conti di quanto riso era quello richiesto...
Rispetto alla Trama Comune, il sovrano di Persia, che si annoiava terribilmente, chiamò Sissa, che era il mago di corte, ad inventare un gioco con cui non si sarebbe mai più annoiato.
Rispetto alla Trama Comune, il sovrano di Persia aveva perso un figlio nel corso di una guerra, si era chiuso in sé stesso e trascurava gli affari del regno; gli alti ufficiali, allora chiesero a Sissa Nassir, matematico di corte, di inventare qualcos che potesse distrarlo dal suo dolore e così Sissa inventò gli scacchi.
Rispetto alla Trama Comune, il sovrano, alla fine, constatando che non poteva in alcun modo soddisfare la richiesta di Sissa Nassir, per non rivelare ai sudditi di essere stato raggirato da tale richiesta (alla quale aveva incautamente acconsentito prima di conoscerne l'entità), condannò Sissa a restare per sempre a corte ed insegnare gli scacchi a tutti i sudditi, in modo che il sovrano potesse trovare compagni di gioco ovunque.
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